Nel 2020, il Comune di Maranello ha dato vita ad un importante progetto di riqualificazione di una villa in Via Fondo Val Grizzaga confiscata alle mafie con l’intento d’adibirla a “Rooms and breakfast”, attività lavorativa che impiegherà dieci donne uscenti da percorsi di accoglienza a seguito di violenze di genere.

Il progetto vede intersecarsi politiche di pari opportunità (‘Orme di legalità: sui passi delle donne coraggiose’) intraprese dal Comune di Maranello con il sostegno della Regione, e politiche di sostegno alla legalità. L’obiettivo è quello di creare opportunità lavorative che siano una concreta soluzione per l’autodeterminazione di donne che hanno subito violenza. Per renderlo possibile, le ospiti dei centri antiviolenza stanno frequentando corsi che si avvalgono di docenti della Scuola Alberghiera e di Ristorazione IAL di Serramazzoni, per offrire loro una formazione ottimale in vista del futuro impiego.

Il parco dove sorge la villa verrà intitolato a Emanuela Loi (la prima poliziotta morta in servizio) mentre la casa a Francesca Morvillo (magistrata e moglie di Giovanni Falcone morta nella strage di Capaci). La villa confiscata risale all’indagine ‘Point Break’, condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Modena dal 26 luglio 2006, giorno dell’attentato esplosivo presso all’Agenzia delle Entrate di Sassuolo. L’attività investigativa consentì di ricondurre l’attentato ad un’azione di matrice mafiosa e di arrestare sette persone. La villa, all’epoca di proprietà di un imprenditore arrestato nell’operazione, fu sequestrata alla criminalità organizzata, venne definitivamente confiscata nel 2014 ed è in seguito divenuta di proprietà del Comune di Maranello.

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Un progetto che interseca politiche di pari opportunità e politiche di sostegno alla legalità, con l’obiettivo di creare opportunità lavorative che siano una concreta soluzione per l’autodeterminazione di donne che hanno subito violenza.

La Villa Confiscata

La confisca della Villa risale all’operazione “Point Break” dopo l’esplosione di un ordigno davanti alla sede dell’Agenzia delle Entrate di Sassuolo. Il processo che ha portato alla condanna di sette persone ha fatto emergere il reimpiego di denaro della cosca Arena di Isola di Capo Rizzuto (KR), attuato mediante società del modenese, nonché reati fallimentari e tributari. I danni al fisco sono stati stimati in 90 milioni di euro, prodotti facendo viaggiare a vuoto merci per tutta l’Europa attraverso la Point One, azienda creata ad hoc per ripulire il denaro della cosca.

sindaco e assessore davantia lla villa di maranello

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