LEI Rooms offre una nuova vita ad un bene confiscato alla mafia e si propone come alternativa turistica socialmente responsabile

Nel 2010, dopo l’operazione Point Break (condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Modena), si svolge il procedimento penale a carico dei fratelli crotonesi Pelaggi, ritenuti simpatizzanti della Cosca Arena della ‘Ndragheta. Nel 2012 vengono condannati per reati tributari, riciclaggio, tentata estorsione e per l’attentato dinamitardo del 26 luglio 2006, che distrusse la Sede dell’Agenzia delle Entrate di Sassuolo. Vengono sequestrati beni per un valore di 5 milioni di euro, tra cui la Villa di Maranello, situata nella località di Fogliano, vicina al Museo della Ferrari.

Nel 2014, l'allora assessore Mariaelena Mililli di Maranello, grazie al capo della polizia locale, il dottore Romandini, viene a sapere della villa confiscata, che viene gestita dall’Agenzia per i beni confiscati con sede a Roma. Di questa villa manca tutta la documentazione, anche perché è stata confiscata, mentre si trova in fase di costruzione. Ci vorranno anni, fino al 2018, per assegnarla in via definitiva al Comune di Maranello. Sulla struttura pesavano grandi ipoteche (si parla di 2 milioni di euro). Quell'anno vengono finalmente avviati i lavori di riqualifica e ristrutturazione.

A Maranello manca un centro antiviolenza e la villa sembra l’occasione più opportuna da sfruttare: non tanto come centro antiviolenza chiaramente - perché quest’ultimo dovrebbe essere un luogo non conosciuto, un rifugio-  ma come uno spazio di rinascita: nasce così l'idea del room&breakfast. Nel 2020, la gestione della villa viene affidata alla Cooperativa Mondo Donna Onlus. Il progetto, proposto dal Comune di Maranello, prevede di dare una chance lavorativa a donne che hanno subito violenza.

R&B LEI (acronimo di Legalità, Emancipazione e Indipendenza), con il corso di formazione I passi delle donne coraggiose, grazie al quale diverse donne fragili intraprendono un cammino di formazione nell’ambito dell’hospitality.

In quegli stessi anni, il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, scrive un testo unico, il primo nel suo genere, per promuovere altri progetti che si occupino di finanziare opere, provenienti
dalla malavita: è simbolico restituire ai cittadini qualcosa che è stato rubato dall’attività illegale della mafia. Loretta Michelini, Presidente dell’Associazione Mondo Donna Onlus, spiega quanto sia responsabile scegliere quali donne assumere nel progetto: si deve scegliere una donna che, nonostante le difficoltà emotive, ce la possa fare (anche grazie all’aiuto dell’Associazione). Per queste donne, mantenere il lavoro che gli viene offerto, è una dura prova perché sarebbe l’indice di stabilità ed equilibrio, persi a causa della violenza. L’obbiettivo è affittare le camere, però il maggior interesse è dare una seconda opportunità alle persone, farle sentire di nuovo preziose ed efficienti.

 

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Il progetto vede intersecarsi politiche di pari opportunità, nonché politiche di sostegno alla legalità. Con l’obiettivo di creare opportunità lavorative che siano una concreta soluzione per  l’autodeterminazione di donne che hanno subito violenza. Per renderlo possibile, le ospiti dei centri antiviolenza stanno frequentando corsi che si avvalgono di docenti della Scuola Alberghiera e di Ristorazione IAL di Serramazzoni, per offrire loro una formazione ottimale in vista del futuro impiego.

Il parco dove sorge la villa verrà intitolato a Emanuela Loi (la prima poliziotta morta in servizio) mentre la casa a Francesca Morvillo (magistrata e moglie di Giovanni Falcone morta nella strage di Capaci).

Un progetto che interseca politiche di pari opportunità e politiche di sostegno alla legalità, con l’obiettivo di creare opportunità lavorative che siano una concreta soluzione per l’autodeterminazione di donne che hanno subito violenza.

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