Un simbolo per la lotta contro la mafia che da sempre ha voluto far valere la Giustizia in Italia.

Nasce in provincia di Cuneo nel settembre 1920, figlio del generale Romano Dalla Chiesa e Maria Laura Bergonzi. Scoppiata la Seconda Guerra Mondiale nel 1941, si arruola nell’esercito. A luglio del 1943 si laurea di Giurisprudenza all’Università degli Studi di Bari, dove il padre è comandante della Legione Carabinieri. E da qui partecipa attivamente alla Resistenza Partigiana, e sempre a Bari prende una seconda laurea in scienze politiche, dove assiste ad alcune lezioni di Aldo Moro.

Si impegna contro il banditismo prima a Casoria (Napoli) e poi in Sicilia. Dopo vari traslochi, torna in Sicilia dal 1966 al 1973 col grado di colonnello con l'obiettivo principale di contrastare Cosa Nostra: svolge indagini sulla strage di Viale Lazio, dove perde la vita il boss mafioso Michele Cavataio, e sulla scomparsa del giornalista Mauro de Mauro, responsabile di articoli scomodi contro il traffico di stupefacenti, perseguito dalla malavita. In questi anni sono numerosi gli omicidi di commissari e procuratori che hanno indagato contro la mafia o che hanno cominciato ad intuire le sue connessioni con l’alta finanza. Dalla  Chiesa collabora con la Commissione Parlamentare antimafia: ne risulta il famoso “Rapporto dei 114” del giugno 1971, redatto con l’aiuto del capitano Giuseppe Russo e degli uomini del commissario Boris Giuliano (ucciso poco prima), che denuncia centinaia di mafiosi per associazioni a delinquere.

Il suo approccio è innovativo e pretende che i boss arrestati vengano confinati in isole per limitare i contatti con l'esterno. Inizia a fronteggiare numerosi episodi di violenza realizzati dalle Brigate RosseNel 1979 spostato di nuovo a Milano, ottiene il comando della Divisione interregionale Pastrengo, con la quale ha successo, al punto che collabora con Patrizio Peci, il primo pentito nella storia delle Brigate Rosse.
Ma continua il suo impegno anche nel contrasto alla mafia. Con il “Rapporto del 162” ricostruisce l’organigramma delle famiglie mafiose palermitane, e per certe dichiarazioni in merito, comincia ad essere sempre più scomodo, fino a che non arriva la telefonata anonima fatta ai carabinieri di Palermo, probabilmente dal boss Filippo Marchese, che annuncia il primo tentato omicidio del generale: “l’operazione Carlo Alberto è quasi conclusa, dico quasi conclusa.”

 

 

Il 3 settembre 1982 alle ore 21.15 la sua A112 viene affiancata in Via Isidoro Carini da una BMW serie 5 con a bordo due mafiosi: Calogero Ganci e Nino Madonia. I due fanno esplodere 30 raffiche di Kalashnikov che uccidono i due coniugi.  Nella Strage di Via Chiarini perdono la vita il Generale, la moglie e Domenico Russo, agente della scorta.

L’assassinio di Dalla Chiesa viene considerato il delitto più grave, dopo quello di Aldo Moro, nella storia della Repubblica: il giorno del funerale, il 4 settembre, la folla protesta contro le presenze politiche, accusate di averlo lasciato combattere contro un nemico troppo grande. La figlia Rita pretende che vengano tolte di mezzo le corone di fiori inviate dalla Regione Siciliana. Il disprezzo da parte del popolo è grande: i cittadini vogliono essere protetti dalla mafia, e sono coscienti che chi sta al potere non fa abbastanza.

La giustizia tarda ad arrivare: solo nel 2002 infatti vengono condannati all’ergastolo gli esecutori materiali dell’attentato; mentre erano stati condannati i boss di Cosa Nostra come i mandanti.

Approfodimenti

Da sapere

 

- Nei suoi primi 100giorni a Palermo, Carlo Alberto dalla Chiesa aveva dedicato una speciale attenzione ai giovani. Il 2 giugno 1982 incontra gli studenti del Liceo Scientifico Gonzaga di Palermo, i quali il 21 maggio precedente gli avevano mandato una lettera aperta che lo aveva molto colpito.

Da leggere

 

- In nome del popolo italiano di Carlo Alberto e Nando Dalla Chiesa, Rizzoli, 1997
La ricostruzione, attraverso diari e documenti del generale, che il figlio Nando scrive in forma biografica, ma anche autobiografica, in merito alle tappe che il padre ha dovuto affrontare contro la criminalità in Italia.

Da vedere

 

Il generale Dalla Chiesa di Giorgio Capitani. È una miniserie televisiva di 2 puntate, sulla vita del Generale  qui interpretato da Giancarlo Giannini.

- Generale. Rivivendo Carlo Alberto Dalla Chiesa di Lorenzo Rossi Espagnet. È un documentario del 2012, sulla vita del generale. L’emozionante voce fuoricampo è di Dora, la nipote di Carlo Alberto Dalla Chiesa, che non ha mai conosciuto il nonno.