Politico e rappresentante di diverse cariche istituzionali, nasce a Corsico, in provincia di Milano il 5 agosto del 1944. A lui si deve anche la smilitarizzazione della Polizia realizzata nel 1981

Si trasferisce a Pavia entrando nel prestigioso collegio Ghislieri. Dopo la laurea in giurisprudenza nel 1947 frequenta la Yale University, negli Stati Uniti. Ha intrapreso la carriera accademica divenendo professore di Istituzioni di Diritto processuale all'Università di Pavia.

Dopo la gavetta politica da amministratore al Comune di Pavia, nel 1968 Rognoni arriva a Montecitorio, dove siederà ininterrottamente nei banchi della Democrazia cristiana fino al 1994. Molti gli incarichi di governo ricoperti: dal 1978 al 1983 è stato ministro degli Interni. È lui che guida il ministero degli Interni nella fase più cruenta della lotta al terrorismo, subito dopo l’omicidio di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse e durante la tragica estate del 1980, segnata dalle stragi di Ustica e della stazione di Bologna.

Da ministro si impegna anche nella lotta alla criminalità organizzata. Firma, con Pio La Torre, la Legge 646 che porta nel Codice penale il reato di “associazione mafiosa” e - su indicazione di Falcone e Borsellino - introduce la misura del sequestro dei beni per i mafiosi. 

È stato anche Ministro di Grazia e Giustizia nell'87, Ministro della Difesa nel sesto e settimo governo Andreotti, tra il 1990 e il 1992. Tra il 2002 ed il 2006, Rognoni ha rivestito la carica di vicepresidente e successivamente di componente del Consiglio Superiore della Magistratura.

Approfondimenti

La Legge n. 646
Il 13 settembre del 1982, il Parlamento italiano approvò la legge n. 646, nota come "Rognoni-La Torre".

La proposta di legge presentata dall’onorevole Pio La Torre il 31 marzo del 1980, corredata dai decreti voluti dal Ministro di Grazia e Giustizia Clelio Darida e da quello dell'Interno Virginio Rognoni,  giunse all’immediata approvazione dopo l’omicidio dello stesso Pio La Torre e dell'autista Rosario Di Salvo, il 30 aprile 1982 e la successiva Strage di Via Carini, a Palermo, il 3 settembre, in cui persero la vita il Prefetto di Palermo, Carlo Alberto Dalla Chiesa, sua moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. Rappresenta la forte risposta legislativa che lo Stato oppone all’attacco delle mafie.

Cosa cambia con la legge

  • Per la prima volta nel Codice penale viene inserito il reato di “associazione a delinquere di tipo mafioso” (art. 416 bis)
  • Si attiva per coloro che vengono riconosciuti colpevoli di tale reato la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali.
  • Si certifica ufficialmente l’esistenza della mafia.
  • Si pone fine di fatto alla prolungata impunità dei boss.
  • Si impoveriscono le cosche per togliere loro potere.

 

Senza la “Rognoni la Torre” non ci sarebbero stati i processi per mafia, dal Nord al Sud, a partire dal Maxi Processo, celebrato nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo tra il 1986 e il 1987, che portò anche alla condanna di mandanti ed esecutori delle stragi.