Quella di Lea Garofalo è la storia di una donna che ha provato a disegnare un futuro migliore per sé e per sua figlia. La sua vita termina a soli 35 anni, il 24 novembre 2009, per mano dell'ex compagno, un capo 'ndrangheta che non aveva mai accettato la sua ribellione ad una vita sottomessa al clan.
Lea Garofalo nasce a Petilia Policastro, in provincia di Crotone, il 24 aprile 1974. A 13 anni si innamora di Carlo Cosco e appena possibile decide di seguirlo a Milano, dove ritrova un contesto non molto diverso rispetto a quello che si respirava tra le mura familiari. Per conto della famiglia Garofalo, Carlo gestisce a Milano un traffico di droga. Lea che aveva deciso di lasciare la Calabria per allontanarsi da un ambiente poco salubre, rimane beffata dalla fuitina. Appena diciassettenne poi partorisce la sua bambina, Denise. E come per molte donne nate e cresciute in contesto mafioso, la maternità innesca un corto circuito. Nel 1996 Carlo Cosco viene arrestato per traffico di droga e lei lo lascia.
A questo punto diventa Testimone di Giustizia e viene sottoposta a protezione dal 2002, racconta le faide interne tra la sua famiglia e quella del suo ex compagno. Ma non basta, Lea infatti si vede estromessa dal programma poco tempo dopo (siamo nel 2006) perché il suo contributo non viene valutato significativo: ritenuta collaboratrice non attendibile. Inizia dunque una battaglia con le autorità per essere riammessa al programma di protezione, ma deve attendere il dicembre del 2007.
Nell'aprile 2009 però viene estromessa nuovamente, assieme alla figlia. È un periodo particolarmente difficile per Lea, perché sente di aver fatto molti sacrifici, senza aver ottenuto alcun risultato per sé e per Denise. Le due donne ora vivono a Campobasso, ma contrariamente a quanto pensano non è un posto sicuro. Proprio a Campobasso infatti, il 5 maggio 2009 avviene il primo tentativo di rapimento: Lea si trova in casa con Denise in attesa di un tecnico perché si è rotta la lavatrice. A suonare il campanello quella mattina però è Massimo Sabatino, complice dell'ex compagno, Carlo Cosco. La presenza in casa di figlia Denise salva Lea, per la quale Sabatino aveva già preparato un furgone con i fusti di acido.
Nel novembre 2009, l’ex compagno invita Lea a Milano per discutere del futuro della figlia. Racconta l'avvocato Enza Rando
Volevo impedirle di andare a Milano, avevo persino tentato di trattenerla fisicamente. Lei mi rassicurava: ‘Avvocato, non si preoccupi: finché con me ci sarà Denise, non mi accadrà nulla’. Così quel giorno a Firenze prendemmo due treni per direzioni diverse, e durante il viaggio continuavamo a mandarci sms. ‘Tornate indietro’, le scrivevo, ‘scendete a Piacenza, abbiamo già un posto dove sarete al sicuro’. Lei a un certo punto mi rispose: ‘Grazie avvocato, che Dio la benedica, Denise e io accettiamo la sua proposta di rifarci una vita’. Ma a Piacenza non è scesa. Quattro giorni dopo mi hanno chiamata i carabinieri di Milano”.
Arrivata a Milano per incontrare l'ex compagno, Lea è convinta che non le succederà nulla. Ma si sbaglia, quella notte le sparano, e il suo corpo verrà poi sciolto in 50 litri di acido. Il 20 novembre 2009, quando a Firenze si congedava dall’avvocato Enza Rando per andare a Milano a incontrare Cosco, Lea era certa di una cosa: “Mi fermo solo per recuperare una somma di denaro che quell’uomo mi deve. In così poco tempo non riuscirà a organizzare il mio omicidio”. Si sbagliava.
Approfondimenti
Lea Garofalo è ricordata ogni anno il 21 marzo nella Giornata della Memoria e dell'Impegno di Libera, la rete di associazioni contro le mafie, che in questa data legge il lungo elenco dei nomi delle vittime di mafia e fenomeni mafiosi.
L’Associazione Antimafie e Antiusura Dioghenes APS vuole tenere viva la memoria nei confronti di Lea Garofalo. Con il Premio Nazionale dedicato a Lea Garofalo, si intendono valorizzare i temi legati alla educazione alla legalità, alla inclusione sociale e culturale. Senza dimenticare le azioni di donne e uomini che, nel silenzio generale, contribuiscono con azioni concrete ad una forma di resistenza attiva.
Nel 2015 Rai ha prodotto un film che ripercorre in maniera romanzata le vicissitudini di Lea Garofalo: Lea visionabile su RaiPlay
Nel 2012 la cantastorie Francesca Prestia ha scritto e musicato “La ballata di Lea” che ha aperto l’Assemblea Nazionale delle Donne della CGIL dello stesso anno al Teatro Capranica di Roma.
Nel dicembre 2012 esce il libro sulla vita di Lea Garofalo, "Il coraggio di dire no. Lea Garofalo, la donna che sfidò la 'ndrangheta".
Marika Demaria pubblica nel 2013 con Maltempo "La scelta di Lea – Lea Garofalo, la ribellione di una donna alla ‘ndrangheta".
A Lea Garofalo e a Denise è dedicato il graphic novel "Lea Garofalo, una madre contro la 'ndrangheta", di Ilaria Ferramosca e Chiara Abastanotti, BeccoGiallo, 2016, con i contribuiti di Daniela Marcone (vicepresidente di Libera) e Marika Demaria.